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Le previsioni economiche indicano che la Romania continuerà ad avere un'economia in crescita, ma inferiore a quello del 2016, stime fatte dalle organizzazioni finanziarie internazionali e vari esperti dal 4,5% al 5,2%. La Commissione Europea si aspetta che la crescita nel 2017 raggiunga il 3,9%, dalla sua previsione di 5,2% nel 2016, mentre la Banca Mondiale stima una crescita del 3,8% nel 2017, uguale al Fondo Monetario Internazionale. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo si aspetta una crescita del 3,7%, uguale alla stima di Moody 3,7%, dopo aver emesso una previsione del 4,8% per il 2016. La previsione della Commissione Nazionale ha stimato 4,8% di crescita per il 2016, e del 4,2% per il 2017.
 
Secondo il rapporto di Moody, "i consumi privati ​​rimane il motore principale della Romania per la crescita, anche se in misura minore rispetto al 2016, considerando le aspettative di aumento dei prezzi del petrolio e dell'inflazione". "Un proseguento della politica fiscale di espansione nel 2017, incluso la demolizione di una tassa sugli edifici a destinazione specifica e l'accisa supplementare per i combustibili, così come un taglio dell'IVA, si tradurrà in un deterioramento della posizione fiscale della Romania. L'agenzia si aspetta che il deficit fiscale superera il 3% del PIL nel 2017, dal momento che le misure che aumentano il deficit contrastano la crescita economica solida. Moody si aspetta che il rating della Romania sia influenzato negativamente dal peggioramento della sua politica fiscale e dal effetto sul debito publico.
 
A sua volta, l'analista economico Constantin Rudnitchi spiega: "Abbiamo anche una buona notizia dalle statistiche, il fatto che gli investimenti iniziano a rappresentare una fetta più grande di questa crescita economica, quindi questa è una buona cosa, che gli investimenti possono bilanciare contro il consumo in termini di crescita economica ".

Il settore edile ha avuto un importante contributo ai risultati economici registrati nel 2016, in cui, la Romania ha avuto la più alta crescita dal UE nel secondo trimestre del 2016.
Nella prima metà del 2016, rispetto allo scorso anno, il volume dei lavori di costruzione è aumentato, per totale, del 5,3% lordo. Per elementi di struttura, ci sono stati aumenti sui lavori di manutenzione e riparazioni in corso e sui lavori di nuove costruzione di 9,7% e 6,1% rispettivamente.
Per oggetti di costruzione, sono stati registrati aumenti nelle opere di ingegneria e nei edifici residenziali di 8,7% e 5,4% rispettivamente. Riguardo gli edifici non residenziali, i lavori di costruzione sono diminuiti del 0,6%.

In base al numero di giorni lavorativi e dalla stagionalità, il volume dei lavori di costruzione è aumentato, per totale, del 5,0%.
Per elementi di struttura, sono stati registrati aumenti per lavori di manutenzione e riparazioni in corso e per lavori di nuove costruzioni del 14,1% e 3,4% rispettivamente. I lavori di riparazione capitale sono diminuite del 5,5%.
Per oggetti di costruzione, il volume dei lavori di costruzione e' aumentato nelle opere di ingegneria e per gli
edifici residenziali del 12,5% e 3,7% rispettivamente. Riguardo gli edifici non residenziali, i lavori sono diminuiti del 1,5%.

Il mercato residenziale in Romania sembra essere uscito dalla recessione innescata dalla crisi economica globale.
Il valore medio dei prezzi delle abitazioni, a livello nazionale, è superiore del 10% rispetto allo scorso anno, secondo il portale imobiliare.ro .Alla fine di novembre, l'importo medio richiesto per gli appartamenti disponibili per la vendita a livello nazionale è stato di  980 euro al metro quadro, che equivale a una differenza del 52,4% rispetto al punto culminante del mercato - Marzo 2008 quando le richieste dei proprietari errono in media a 2.058 euro al metro quadro. La soglia minima dei prezzi è stato registrato nel mese di dicembre 2014, quando l'indice Imobiliare.ro ha raggiunto, a livello nazionale, 891 euro al metro quadro, il 10% inferiori rispetto al presente.

Il mercato dei vecchi appartamenti e delle case di nuova costruzione hanno avuto una dinamica diversa. Nella capitale, per esempio, un appartamento nuovo costa 1.155 euro almetro quadrato alla fine di novembre, con circa il 55% in meno rispetto al livello raggiunto nel marzo 2008. Per confronto, un vecchio appartamento ora costa in media 1.043 euro per metro quadrato, quasi il 53% in meno rispetto all'apogeo del mercato.
Un sostegno importante per il mercato immobiliare residenziale è iniziato con il 2009 tramite il cosiddetto programma "prima casa", che concede prestiti fino a 70.000 euro con un anticipo di solo 5%, gli interessi percepiti essendo molto bassi. Il programma è stato ampliato, i proprietari che hanno comprato in precedenza tramite la "prima casa" ora sono in grado di acquistare una casa più spaziosa con il sostegno del credito Fondo Nazionale di Garanzia per le PMI.

Si noti inoltre che la Romania è al terzo posto in Europa centrale e orientale, dopo la Repubblica Ceca e Polonia, dopo aver raggiunto nei primi dieci mesi di transazioni immobiliari 600 milioni, secondo uno studio della società Jones Lang LaSalle Romania. Nel 2014, transazioni immobiliari nel paese sono stati pari a 1,15 miliardi di euro - un record degli ultimi anni. Il valore della transazione è stata influenzata dal acquisto da parte di Auchan della rete di Real, una transazione stimata in 260-280 milioni di euro.

La Commissione Europea e la BERD hanno migliorato le loro previsioni di crescita economica per la Romania. Secondo le stime di fine autunno, la Commissione Europea ha migliorato le sue previsioni di crescita economica per la Romania nel 2015 al 3,5%, in contrasto con la previsione di maggio di 2,8%. Il PIL è previsto in crescita del 4,1% nel 2016, e del 3,6% nel 2017, a seguito di una migliore consumo causato dalla diminuzione della pressione fiscale. Anche l'inflazione dovrebbe rimanere a un negativo 0,4% quest'anno, un negativo 0,3% per l'anno prossimo, tornando al 2,3% nel 2017. Il debito pubblico dovrebbe scendere al 39,4% del PIL quest'anno e salire al 40,9% nel 2016 e al 42,8% del PIL nel 2017. Il disavanzo di bilancio raggiunge 1,2% del PIL quest'anno , il 2,8% il prossimo anno, e 3,7% nel 2017, secondo le stime della Commissione Europea.

Il commissario europeo per l'Euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, ha dichiarato che "Le previsioni economiche indicano il miglioramento delle prestazioni economiche della Romania, che non sarebbe stato possibile senza azioni decisive nella riforma della finanza pubblica. Tuttavia, la continuazione delle riforme strutturali rimangono cruciali, oltre a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e la crescita economica nel breve e medio termine attraverso una politica fiscale responsabile"

Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza Ernst & Young, i leader dei business in Romania sono fiduciosi sia nella loro crescita aziendale quest'anno sia nello sviluppo complessivo dell'economia. Più di un terzo delle imprese prevede un significativo passo avanti oltre la metà del fatturato ed è fiducioso per lo sviluppo economico del paese.

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto le sue previsioni di crescita economica della Romania, dal 2,7% al 3,4% quest'anno e dal 2,9% al 3,9 per 2016.

Romania e Cipro hanno registrato la maggiore crescita economica nell’Ue nel primo trimestre del 2015, rispetto ai precedenti tre mesi. Lo rilevano le stime preliminari pubblicate, ieri, dall’Eurostat. Grazie ad una crescita trimestrale dell’1,6%, i due Paesi sono leader nell’Ue, seguiti da Spagna e Bulgaria – ambo con lo 0,9% - da Slovacchia – con lo 0,8% - e da Francia e Ungheria – ciascuna con lo 0,6%. Al polo opposto si trovano Lituania, Estonia, Grecia e Finlandia, che hanno registrato dei cali. Anche calcolata a livello annuo, la crescita economica del 4,2% della Romania è la maggiore nell’Ue. Ciononstante, il contesto geopolitico impone un’attenzione speciale. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo
Sviluppo afferma che l’Europa Orientale deve rafforzare la sua resistenza agli shock, gli stati della regione rischiando di essere colpiti dalle tubolenze politico-economiche in Russia, Ucraina e Grecia.

I Paesi dell’Europa Centrale godono di un rilancio economico sostenuto dal consumo interno. Persistono, invece, i crediti non redditizi, e la Russia e l’Ucraina restano in recessione, il che potrebbe intaccare la crescita in altri Paesi – afferma la Bers. Inoltre, è impossibile stimare l’impatto di un’eventuale uscita della Grecia dall’Eurozona per gli stati confinanti, nel contesto in cui banche greche sono presenti in Paesi come Bulgaria e Romania. Poi, al di là delle dichiarazioni dei politici, a Bucarest occorrono misure socio-economiche concrete che vengano incontro, innanzittutto, alle categorie a disagio.

Dopo un aumento del PIL della Romania per lo scorso anno del 2,9% in termini reali rispetto al 2013, una delle più alte crescite economiche nell'UE, le previsioni economiche per l'anno corrente in Romania indicano una crescita del 2-3%. Il governo, per esempio, prevede nel suo bilancio dello Stato un tasso di crescita economica del 2,5%, un obiettivo prudente, che comunque forzera' un tasso di crescita di oltre il 3%, a seconda dei fattori esterni, a precisato al agenzia Agerpres, Cristian Socol, consigliere del primo ministro.

A suo parere, il bilancio è di nuovo concentrato sugli investimenti e sulla creazione di nuovi posti di lavoro.
"Le spese dedicata agli investimenti sono del 24% più alte rispetto al 2014. Il bilancio 2015 mostra rispetto per il settore privato tramite l'aumentando del co-finanziamento per l'assorbimento dei fondi europei, schemi di garanzie statali e di regimi di aiuti di Stato, più sostegno agli agricoltori, aggevolazioni puntuali per investimenti stranieri con valore aggiunto, lo sviluppo di parchi industriali e tecnologici e incentivi per l'istruzione tecnica ", ha detto Socol.

Il bilancio statale 2015 prevede un deficit di 1,83%, come concordato con il Fondo Monetario Internazionale e la Commissione Europea, e un tasso d'inflazione medio annuo del 2,2%. La società di ricerche di mercato Business Monitor International stima che l'economia rumena crescerà di oltre il 3% quest'anno e nel 2016, sulla base del passaggio da una crescita basata sulle esportazioni alla crescita generata dalla domanda interna. Il Comitato Nazionale di Previsione prevede una crescita economica del 2,5% per quest'anno. La cifra è molto vicina alle stime della Commissione Europea e del Fondo Monetario Internazionale di 2,4% e 2,5% rispettivamente, ma al di sotto del tasso di crescita del 3,2% previsto dalla Banca Mondiale nel mese di giugno 2014.

Analista economico Constantin Rudniţchi parla di ciò che accade nel settore privato: "Nel settore privato le cose ancora non funzionano come vorremmo, o come i parametri macroeconomici indicano. In altre parole, questa crescita economica che qui parliamo molto speso, non necessariamente si trasferisce nell'economia privata. Siamo in una situazione paradossale, come indicano le cifre, c'è molta più stabilità nel settore statale e talvolta anche gli aumenti salariali provengono da questo settore, piuttosto che dall'economia privata. Questa è una prova che l'economia reale non funziona ancora correttamente, che tali aumenti macroeconomici non si traducono in economia reale, che molti settori economici probabilmente incontrano ancora difficoltà, le imprese soffrono, non riescono a crescere o crescono molto poco, e gli imprenditori sono molto attenti gli stipendi che pagano ai loro dipendenti. Anche se l'industria nel suo complesso rappresenta circa il 30% del PIL della Romania, ci sono solo alcuni settori industriali con buone prestazioni, e  ancora di più, solo alcune aziende che riescono ad avere buone prestazioni, nel senso di riuscire a crescere, soprattutto aziende esportatrici e società che hanno notevoli fete del mercato interno, vale a dire le aziende nel settore del petrolio, del gas naturale, il settore energetico in generale. "

Dobbiamo anche notare che l'agenzia di rating Standard & Poor si aspetta che il PIL della Romania crescera' in media del 2,7% nel 2015-2017, mentre Fitch stima un tasso di crescita annuale del 3% per il 2015-2016, a seguito di ripreso investimenti, tra gli altri fattori.

Dal 1 gennaio 2014 la Romania ha concesso ufficialmente ai cittadini stranieri il diritto di acquistare direttamente terreni agricoli. Prima di questa data, i cittadini stranieri potevano comprare terreni agricoli in Romania solo tramite una ditta rumena. Gli esperti hanno avvertito che l'acquisto di terreni agricoli, da parte dei cittadini stranieri, aumenterà in modo significativo e che lo Stato deve controllare accuratamente questo tipo di transazioni. In soli 14 anni dai, 3 milioni di ettari di terreni agricoli sono stati acquistati in Romania, il che significa che un terzo di terra fertile della Romania è ora di proprietà di cittadini italiani, danesi, tedeschi, norvegesi, olandesi, ungheresi e libanesi.
Ufficialmente, le aziende che utilizzano il capitale straniero hanno già acquistato 1 milione di ettari di terreni agricoli, e hanno firmato contratti di locazione per altri 2 milioni hectares. Secondo Laurentiu Baciu, capo della Lega dei Produttori Agricoli Rumeni, gli stranieri coltivano terreni in Romania, approfittando della terra fertile, il basso prezzo per ettaro e della forza di lavoro a basso costo, ma vendono i raccolti nei paesi da cui provengono. Di la, il grano rumeno è trasformato in specialità o utilizzato come mangimi, vengono poi esportati in Romania e venduto ai consumatori rumeni per i prezzi maggiori di quelli locali.

La maggior parte degli investitori stranieri hanno acquistato fertili terreni agricoli nelle regioni Calarasi, Ialomita e Banat. Investitori italiani hanno investito più dei altri acquistando circa 250.000 ettari di terreno, la maggior parte in Romania occidentale. in genere sono appezzamenti di terreno accorpati e altamente produttivo. L'esitazione di proprietari e degli contadini a vendere i loro piccoli appezzamenti di terreno, ereditato dai loro genitori, stimola il prezzo dei terreni agricoli ad una costante tendenza al rialzo. Ad esempio, nel villaggio di Intorsura della provincia di Dolj, i prezzi per i lotti di terreno seminativi sono aumentati da 600 € qualche anno fa a 1.500 euro nelle regioni povere, o 2.000 o anche 3.000 € per terreni agricoli produttivi e abbondanti.
I terreni agricoli della Moldavia e Transilvania settentrionale sono economici, ma troppo frammentati per poter acquistare grandi superficie da investitore importanti. Per questo motivo forse, ci sono poche operazioni agricole vicino a Salaj, mentre i più grandi agricoltori ci sono uomini d'affari stranieri che hanno comprato grandi aree di terreno nel 1990.

A partire da aprile, i terreni agricoli si venderanno con nuove regole, per cui, cambia totalmente la modalità in quale un rumeno può vendere la terra. Qualsiasi offerta di vendita va prima communicata al comune e la transazione non può essere completata prima di un mese. Il venditore deve specificare anche il prezzo e il comune renderà pubblica l'oferta e avvisera i comproprietari e parenti, gli inquilini, vicini di casa e lo stato. Essi hanno il primo diritto di acquistare quella terra. La Romania ha circa 14 milioni di ettari di terreni agricoli, di cui 10 milioni di ettari di terra coltivabile.

Per tutto il 2013, il PIL della Romania, cioè il totale dei beni e dei servizi prodotti dell'economia romena nel suo complesso, è salito del 3,5 % rispetto al 2012, secondo l'Istituto Nazionale di Statistica.
Questi sono segnali positivi, che dovrebbero essere mantenuti per quest'anno e il prossimo, come spiegato da Primo Ministro Victor Ponta. Egli ha affermato che quest'anno la Romania risparmierà 2 miliardi di Euro per l'assunzione di prestiti sui mercati finanziari. Ha anche detto che, a partire dal 1 ° luglio , si intende ridurre i contributi sociali, ma molto probabilmente, verra adottato anche l'esonero dalla tassazione per il profitto reinvestito:
"Le cose sono andate bene nel 2013. E ' andata bene in termini di crescita economica, deficit, l'assorbimento dei fondi europei, e, naturalmente , nel 2014 possiamo continuare a rafforzare le misure per il bilanciamento sociale, le pensioni , i salari, e per l'industria privata. Esportazioni in aumento e la crescente produzione industriale erano molto importanti. Siamo sullo stesso trend di crescita. Naturalmente, possiamo permetterci di andare avanti con tali misure quando le cose vanno bene. Abbiamo visto anche gli investimenti crescere nel 2013 e, pertanto, l'esonero dalla tassazione per il profitto reinvestito è un obiettivo realizzabile."

Dan Armeanu, professore presso l'Università di Studi Economici di Bucarest dice che, purtroppo, la crescita economica non si riflette nelle tasche della popolazione :
"In questo momento le cose sono buone. Abbiamo una buona stabilità marcroeconomica, e qui possiamo entrare nei dettagli: uno dei più alti tassi di crescita economica nell'UE, un piccolo debito pubblico, nel contesto della crisi europea, un basso tasso di inflazione, causa anche di un buon anno agricolo, un tasso di disoccupazione entro limiti ragionevoli, comunque molto inferiore alla media europea, e il più basso disavanzo delle partite correnti degli ultimi 20 anni. Nel 2013 , il buono anno agricolo ha salvato la crescita economica, e ha influenzato l'inflazione. Qui dobbiamo aggiungere le esportazioni, perché hanno sviluppato una partita sulla base di esportazioni al di fuori della zona euro, e che sarebbe molto buono per la futura crescita economica se diventa permanente. Il problema è che questa crescita economica, purtroppo, non trova riscontro nelle tasche della popolazione . "

La Commissione europea prevede un tasso di crescita del 2,3% per l'economia romena per il 2014 .

A differenza del inizio dell'anno,  quando stimavano che la Romania registrerà un tasso di crescita economica del 1,6 % nel 2013, nel ultimo periodo le istituzioni finanziarie internazionali, gli analisti governamentali ed economisti rumeni hanno recentemente rivisto al rialzo il tasso di crescita . Ad esempio , il Fondo Monetario Internazionale ha migliorato le previsioni economiche per quest'anno al 2 % e al 2,5 % per il 2014, sullo sfondo delle esportazioni più grandi e una migliore produzione agricola rispetto al 2012. FMI ​​stima che il deficit delle partite correnti della Romania diminuira ulteriormente a 2 o 2,5% del PIL quest'anno, e il tasso di inflazione scenderà entro la fine dell'anno, entro i limiti mirati da parte della Banca Nazionale di Romania .

Il capo della missione del FMI in Romania , Andrea Schaechter , ha detto che " per quanto riguarda la politica fiscale , il governo rumeno è determinato a raggiungere un consolidamento fiscale graduale. Una volta annunciata la revisione del bilancio, il governo ha reso pubblica la sua decisione di raggiungere un deficit del 2,3 % del PIL in contanti e il 2,4 % relativo al Sistema europeo dei conti (SEC ) di quest'anno, così come un deficit strutturale al di sotto dell'1 % del PIL fino 2015". Inoltre, ha detto che la politica fiscale sarà sostenuto da riforme istituzionali, comprese le misure per stimolare la pianificazione a medio termine, sviluppare la capacità amministrativa , accelerare l'assorbimento di Fondi europei, consolidare l'amministrazione e la governance fiscale e garantire un miglior controllo degli arretrati.

Tuttavia, secondo la relazione del settembre rilasciato da Economist Intelligence Unit , l'economia della Romania salirà del 2,5 % nel 2013, che " rispecchia la situazione nella zona euro, con il tasso di crescita dovrebbe aumentare considerevolmente nel periodo 2014-2017, fino ad un tasso medio annuo del 4 % ".

Il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti , Mihai Tanasescu ha detto che , al fine di garantire la crescita economica , è essenziale l'assorbimento dei fondi europei, che la Romania dovrebbe adottare alcune misure :" Noi abbimo una grande occasione , una occasione unica che gli altri paesi non hanno, vale a dire la possibilità di ottenere più fondi europei, per poterli utilizzare a basso costo per investimenti, come quelli provenienti dalla Banca europea di Investimenti, per essere in grado di utilizzare le risorse per grandi progetti, in modo che il tasso di crescita economica raggiunga il potenziale della Romania, del 3-4 %. Questa cosa è realizzabile, nel tempo di 2-3 anni questo potenziale può essere raggiunto."

Secondo la citata relazione elaborata dalla Economist Intelligence Unit "un migliore assorbimento dei fondi europei contribuirà agli investimenti in infrastrutture e, successivamente, potrebbe portare a un aumento del potenziale esportatore della Romania sul lungo termine . La Romania ha ottenuto i fondi strutturali del valore di 22 miliardi di euro dal bilancio dell'UE , per il seguente termine di bilancio . La Romania riceverà anche i fondi per l'agricoltura , del valore di 17,5 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 , tramite la politica agricola comune, che è un aumento significativo dai 13,8 miliardi di euro nel periodo 2007 - 2013.

Il premier Victor Ponta ha presentato, martedì, i risultati economici registrati dalla Romania nel primo trimestre del 2013. Stando ai dati resi pubblici, le esportazioni sono cresciute dell’8% e si è registrato il minore deficit della bilancia commerciale degli ultimi 10 anni (circa 200 milioni di euro), la Romania riuscendo a rientrare nel target per il deficit trimestrale fissato con il Fondo Monetario Internazionale.

In aumento anche la produzione industriale, nei primi due mesi, del 4,6%, mentree gli introiti dall’IVA, dalle accise e dall’imposta sul reddito sono incrementati di oltre il 10%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La cattiva notizia è, invece, il calo importante degli introiti dall’imposta sul profitto. In questo contesto, nell’opinione del premier, va modificata la legge sull’insolvenza, in quanto ci sono molte compagnie che non godono di un flusso di credito e non riescono a rispettare gli obblighi nei confronti del bilancio di stato e dei fornitori. In simili situazioni, esse dichiarano in malafede l’insolvenza per non pagare più tasse o imposte come le altre compagnie.
Stando al premier, il Governo deve modificare la Legge sull’insolvenza per aiutare le compagnie “realmente” in insolvenza e per sanzionare l’insolvenza fraudolenta

Per quanto riguarda la privatizzazione delle Ferrovie Romene e della Transgaz, Victor Ponta ha precisato che le domande di azioni raccolte sono numerose e che ciò indica fiducia e potenziale di sviluppo. Il premier ha aggiunto che l’attuale disciplina di bilancio potrebbe essere rafforzata nei mesi a venire, rappresentando una garanzia che l’andamento dell’economia romena resta positivo.

Dopo un eccellente anno agricolo 2011, in cui la produzione di cereali è aumentata di quasi il 25% rispetto al precedente anno, arrivando fino a quasi 21 milioni di tonnellate, nel 2012 la produzione agricola è inferiore soprattutto a causa della siccità dell'estate. Nel 2011, la produzione di mais è ammontata a 1,6 milioni di tonnellate e quella di grano a 7,1 milioni. Nell'UE, la Romania il secondo produttore di mais e il quinto di grano.
Dunque, l'anno scorso l'agricoltura ha costituito un motore importante per l'economia ed ha rappresentato lo 0,7% della crescita economica del 2,5% registrata dalla Romania nel 2011.

Il segretario di stato nel Ministero romeno dell'Agricoltura, Daniel Botănoiu, ha fatto riferimento alla produzione di grano e alla qualità del raccolto. „Per le colture di grano, il calo è stato del 25% rispetto al precedente anno. Ovviamente, le colture più colpite sono quelle di mais, danneggiate dal 30 al 100%. Tali perdite non si registrano però solo in Romania. Un esempio sono gli stati che vantano un'agricoltura sviluppata, come gli USA. Oppure la Russia e l'Ucraina, paesi in cui vengono concesse sovvenzioni consistenti all'agricoltura. In Romania quest'anno si sono registrate le più alte temperature degli ultimi 60 anni, abbiamo avuto più di 35 giorni con temperature di oltre 33 gradi centigradi, il che ha influito moltissimo sullo sviluppo delle piante. Il Ministero dell'Agricoltura non si occupa della valutazione del prezzo e degli interventi sul mercato. Però abbiamo avuto la migliore qualità del grano degli ultimi 25 anni."

Buone notizie per gli agricoltori di Romania arrivano però da Bruxelles. Il nostro Paese beneficerà, secondo la proposta inoltrata dalla Commissione Europea, di un aumento dei sussidi stanziati tramite la Politica Agricola Comune per il periodo successivo al 2014. „Circa tre miliardi di euro in più nel periodo 2014 -2020, stanziati per il pagamenti diretti in Romania, secondo la proposta della Commissione Europea. La Romania è uno dei pochi stati membri che godono di un aumento dei sussidi stanziati tramite la PAC e si tratta di soldi che arrivano direttamente all'agricoltore, dunque entrano direttamente nell'economia e che possono contribuire all'aumento del benessere dei farmer e dell'ambiente rurale romeno", ha dichiarato il commissario europeo all'agricoltura, Dacian Ciolos.

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